Tre deviazioni impreviste

Tre deviazioni impreviste sulle avventure romane di Enomoto Takeshi

Sono tre le deviazioni impreviste che compongono altrettante storie pubblicate in edizione limitata e fuori commercio per I Quaderni de L’Acernatore nel libriccino Tre deviazioni impreviste sulle avventure romane di Enomoto Takeshi.

Tre deviazioni impreviste sulle avventure romane di Enomoto TakeshiTre deviazioni impreviste sulle avventure romane di Enomoto Takeshi

Tre détour, ovvero tre digressioni che raccontano sedute medianiche, ricerche dell’aldilà, viaggi in dimensioni parallele attraverso porte alchemiche e viaggi nel tempo, tra surrealismo e umorismo nero.

Le tre deviazioni impreviste si rifanno al romanzo Le avventure romane di Enomoto Takeshi edito da Idrovolante Edizioni

 

Le tre divagazioni raccontano nuove avventure di Enomoto Takeshi tra Terni, Narni, Ferentillo, Rieti e la Valle di Comino e riprendono il filone dei racconti brevi già utilizzato in Di efferati delitti e d’altre storie macabre, focalizzandosi sul giapponese  e il suo immancabile Acernatore.

Di efferati delitti e d'altre storie macabre edito da Idrovolante EdizioniDi efferati delitti e d’altre storie macabre

Una menzione speciale è per le Antiche Fonti di Cottorella, presso le quali si svolge uno degli excursus, perché grazie al sostegno di Cottorella è stato possibile pubblicare Tre deviazioni impreviste sulle avventure romane di Enomoto Takeshi, mentre un ringraziamento particolare va al Comune di Terni e al Comune di Rieti che hanno patrocinato l’iniziativa editoriale.

Di efferati delitti e d'altre storie macabre insieme con Le avventure romane di Enomoto Takeshi al Salone Internazionale del Libro Stand P77 - Pad. 3Di efferati delitti e d’altre storie macabre insieme con Le avventure romane di Enomoto Takeshi al Salone Internazionale del Libro Stand P77 – Pad. 3 – Idrovolante Edizioni

Il volumetto di 73 pagine fa parte di un progetto di crowdfunding, ovvero di un microfinanziamento collettivo per la creazione di una piccola casa editrice dedicata alla letteratura estravagante:

Ci sono tanti grandi scrittori dell’Ottocento e del Novecento che hanno trattato temi di pre-fantascienza e di letteratura utopistica. Ma anche autori contemporanei che si occupano di Surrealismo – ha dichiarato Fabrizio Ghilardi.

Leggi qui l’intervista a Fabrizio Ghilardi su RIS8LIFESTYLE.

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La pietra assassina giapponese, la guerra e la maledizione

Come spesso accade in occasione di avvenimenti misteriosi, la redazione de L’Acernatore si avvale di Enomoto Takeshi, esperto di paranormale, di subnormale e di anormale.

Lo abbiamo raggiunto tra le pagine del sesto capitolo del libro di Fabrizio Ghilardi (che poi sono io), Le avventure romane di Enomoto Takeshi.

Il nostro crononauta è intento a parlare di sogni, di onironautica, di viaggi extra corporei e di un misterioso kinetoscopio.

L’occasione della chiacchierata ci è fornita da una pietra considerata maledetta che si è spaccata in due.

Lo spirito è uscito dalla pietra

La pietra assassina giapponese

 

A.: Spero di non disturbarla Signor Enomoto.

E.T.: Sono molto impegnato a leggere un libro interessantissimo che consiglio a tutti i lettori de L’Acernatore: Il santo con due piedi sinistri. Appunti sulla genesi dei corpisanti in ceroplastica di Massimiliano Ghilardi, non so se lo conosce. Sto studiando il caso di San Felicione e in questo momento sono nelle pagine del libro Le avventure romane di Enomoto Takeshi che domani, 17 marzo 2022, viene presentato a Terni.

 

A.: Non fa ridere. Massimiliano Ghilardi è mio fratello. Nel suo libro non si parla di San Felicione, ma di altri santi le cui reliquie…

E.T.: Ah no?

 

A.: Parliamo di cose serie. La disturbo per chiederle cosa ne pensa di quanto accaduto recentemente in Giappone: la “pietra assassina giapponese”, una grossa pietra di origine vulcanica conosciuta con il nome di Sessho-seki, situata vicino a Tokyo, si è spaccata in due.

E.T.: Pensi che ho letto la notizia su The Guardian. Certo non è un buon segno, beh non è nemmeno un grande quotidiano. Ad ogni modo, significa che gli spiriti stanno cercando di liberarsi.

 

A.: Ci può spiegare qualcosa di più?

E.T.: Secondo la leggenda, all’interno della pietra assassina era stato imprigionato lo spirito di Tamamo no Mae, una donna malvagia che cercava di uccidere l’imperatore Toba. Questo spirito ha le sembianze di una volpe a nove code con la pelliccia dorata e il muso bianco. La pietra, inoltre, è maledetta. Basta entrare in contatto con il Sessho-seki e si viene uccisi all’istante. Peggio di una suocera.

 

A.: La zona in cui si trova la pietra è una rinomata località termale sulfurea situata in un’area vulcanica e dal 1957 è stata dichiarata sito di interesse storico. Perché i giapponesi sono preoccupati per quanto è successo?

E.T.: Uno spirito che si libera è uno spirito che cerca vendetta. In realtà Tamamo no Mae, la bella donna che nell’otogizōshi, una raccolta di racconti giapponesi scritta durante il periodo Muromachi, viene descritta come incantevole. All’inizio, si diceva che il suo nome fosse Mikuzume, e che fosse stata allevata con cura da una coppia che non aveva figli. All’età di diciotto anni prestò servizio nel palazzo dell’Imperatore e in seguito divenne una sua cortigiana. In realtà era la responsabile della misteriosa malattia dell’Imperatore, perché era una kitsune, una volpe a nove code, un yōkai, cioè uno spettro, un demone. Fu l’astrologo di corte a smascherare la creatura soprannaturale che fu uccisa a colpi di frecce e fu rinchiusa nella pietra.

 

A.: Lei crede a questa storia?

E.T.: Senza dubbio. Se le sembra incredibile, sappia che tante storie occidentali mi sembrano altrettanto incredibili, eppure voi ci credete. Si ricordi che ho diverse prove di fantasmi che compaiono nelle fotografie che scatto.

 

A.: Qualcuno ha detto che questo è un brutto presagio e che ci sarà una guerra mondiale.

E.T.: Le guerre sono sempre esistite, non è colpa di uno yōkai se scoppia una guerra. I fantasmi di solito si occupano di vendette personali.

 

A.: Che succederà adesso che lo spirito di Tamamo no Mae si è liberato?

E.T.: Cercherò di ritrovare la volpe grazie al mio Acernatore per rinchiuderla da qualche altra parte. Al momento no ho idea di dove possa essere andata.

 

A.: Ci ricorda, cortesemente, cos’è l’Acernatore?

E:T.: È una sorta di potenziometro di intensità che va collegato al Phonoakustischer Repeater tramite un adattatore e un convertitore di onde elettromagnetiche, costituito da un antenna simile a un dipolo hertziano, collegato a delle sfere metalliche che fungono da serbatoi per le cariche. Serve per parlare con l’aldilà insieme all’Occhiale Traslatore Linguistico di Secondo Livello che mi permette di leggere qualsiasi lingua, all’Apparecchio Transcomunicatore Fono-Strumentale che serve per registrare le voci provenienti dall’aldilà (il mio è un modello pioneristico che assomiglia a un pantelegrafo mosso da elettromagneti) e al succitato Phonoakustischer Repeater, modello tedesco di Ripetitore Acufonico che di solito collego a un prototipo di Rilevatore di Presenza a Onde Radio.

 

A.: Funziona?

E.T.: Per ora no. Ma come disse un grande attore italiano, Ugo Tognazzi, “rivendico il diritto alla cazzata”.