Le tante immagini di missili (Totò nel film “Totò nella Luna” era convinto che si pronunciasse missìli), razzi e materiale bellico analogo trasmesse in questi giorni (a parte quelle spacciate per vere e prese da un videogioco che simula la guerra), mi hanno fatto pensare a un’arma terrificante. Un’arma che si trovava in commercio quando ero bambino.
Così la descrivo in Wembley in una stanza (Minerva Edizioni, 2010):
“Pensiero sospeso in aria, leggero, lontano come un UFO solar, quella specie di aquilone che pieno d’aria diventa lungo sei metri e se non stai attento ti porta nello spazio con sé”.
Chi, come me, si è allontanato abbastanza dalla propria data di nascita, ricorderà sicuramente quello strano sacco nero leggerissimo pubblicizzato sulle pagine di Topolino che costava duemila lire e che, riempito d’aria, si evolveva in un vero e proprio dirigibile.
L’idea geniale venne nel 1978 al proprietario di un’azienda lucchese che produceva sacchetti di plastica, Lirio Severini, il quale assieme all’Adica Pongo – quella del DAS – lo commercializzò nelle cartolerie e nelle edicole.
Era quasi impossibile farlo volare perché la plastica era leggerissima e si rompeva facilmente, ma c’è chi giura che qualche cugino sia scomparso nella stratosfera perché rimasto attaccato al filo del bizzarro cilindro nero che riempito d’aria rappresentava un vero e proprio esperimento di fisica.
Il debutto avvenne nel giugno dell’anno successivo, in un clima in cui di avvistamenti di oggetti volanti non identificati si parlava quotidianamente.
Numerose erano in quei mesi le segnalazioni di UFO nei cieli italiani (abbiamo già trattato dei misteriosi avvistamenti nei cieli italiani e francesi nel 1954 quando fu sospesa una partita di calcio a Firenze n.d.r.).
Era il periodo di Guerre Stellari, Atlas Ufo Robot e Incontri ravvicinati del terzo tipo e in tanti, presi da psicosi marziana, scambiarono per UFO i famosi cugini sfuggiti al controllo delle famiglie.
La Stampa del 23 giugno del 1980 riportava un fatto di cronaca accaduto in Pannonia: nell’incontro di calcio fra il Lindurn e l’Osturk, due squadre di prima divisione, il portiere del Lindurn, all’ultimo minuto della partita, distratto da un oggetto volante comparso in cielo, lasciò entrare in rete un pallone innocuo calciato da oltre 30 metri.
Si scoprì solo più tardi che l’oggetto volante visto sullo stadio altro non era che un UFO Solar.
Il caso dell’Ufo Solar vietato dal Ministero
La vita terrestre degli UFO Solar, però, durò solamente sette anni, poi pare che siano stati utilizzati esclusivamente su Marte, perché nel 1985 accadde qualcosa che convinse una Speciale Commissione, presieduta dall’allora Ministro dei Trasporti Claudio Signorile, a rendere fuorilegge il pallone giocattolo, tanto che il suo ritiro fu decretato a decorrere dal 29 novembre del 1985, con un provvedimento pubblicato il 21 di quel mese sulla Gazzetta Ufficiale, da parte del ministro dell’Industria Altissimo.
Il 17 agosto del 1985 il Corriere della Sera riportava un fatto misterioso che fu l’origine dei provvedimenti che portarono a rendere l’UFO Solar vietato.
Alle 16.05 di Ferragosto un Boeing 727 della Olympic Airways, la compagnia di bandiera ellenica, in volo da Zurigo ad Atene venne sfiorato, a circa 8000 metri di quota, nello spazio aereo compreso fra il radiofaro di Monteceneri, nel Canton Ticino, e quello di Trezzo d’Adda, da un oggetto di natura e dimensioni imprecisate che il comandante dell’aereo, riferì essere un oggetto volante misterioso, di colore marrone scuro e di forma allungata che sembrava un missile di tipo militare.
Si parlò di un attacco missilistico (la strage di Ustica era del giugno 1980) e i giornali riportarono anche due avvistamenti di massa di “oggetti non identificati” che allertarono le autorità, uno ad Alberobello, e l’altro ad Ancona.
Il 22 agosto, sempre il Corriere della Sera, riportava in un’intervista la versione ufficiale, spiegando che non si era trattato di un missile, ma semplicemente di un pallone giocattolo e intervistando la persona che aveva lasciato andare in cielo l’UFO Solar.
L’estratto delle dichiarazioni:
“Il giorno di Ferragosto ero in vacanza con mia moglie Rita e mia figlia Sara, di 5 anni, sul monte Pianezzo, sopra Sonvico nel Canton Ticino, a circa 850 metri altitudine.
Verso le 13.30, per far felice la bambina, ho gonfiato d’aria e liberato nel cielo il pallone-giocattolo, avevo precedentemente applicato all’Ufo Solar un’etichetta autoadesiva con le mie generalità e l’indirizzo. In pochi minuti si è levato fino ai 2000 metri del vicino Monte Bar.
Ho continuato a seguirlo con il binocolo fino a circa 3000 metri di quota, finché l’ho perso di vista mentre si dirigeva verso Sud in direzione del Monte Generoso e del confine italiano (…)
Il giorno dopo mi telefonarono due coniugi che abitano vicino ad Ancona, dicendomi di aver trovato nel giardino della villetta il “pallone-giocattolo” ormai afflosciatosi. Dall’etichetta applicata all’involucro era stato facile risalire all’autore del “lancio”. Così ebbi la conferma che il nostro “Ufo Solar” libratosi giovedì pomeriggio nel Canton Ticino aveva percorso un tragitto di 500 chilometri.
Ma poco dopo, ascoltando la radio e leggendo i giornali, ebbi anche la certezza quasi assoluta di essere stato l’involontario, sconosciuto protagonista di un episodio che aveva fatto tanto discutere”.
E fu così, che in seguito a questo fatto di cronaca, Carabinieri e Guardia di Finanza andarono a sequestrare in tutta la Penisola i pericolosi missili con allegati pericolosissimi cugini, decretando la fine del gioco e l’inizio del mito.
Speriamo non ne sappiano niente a Bruxelles e a Washington, altrimenti oltre alle sanzioni contro la Russia decideranno di mandare anche gli UFO Solar contro Putin.
Anche se, a quanto pare, i nuovi UFO Solar sono prodotti in Cina.